È disponibile da oggi su tutte le piattaforme Battelli d’ori (ascolta su Spotify), il secondo brano di Folktronica, processo di formazione e produzione tra elettronica e musica tradizionale a cura di World Music Academy e Last Floor Studio.

Introdotte dal suono secco e ruvido del berimbao, le voci di Rosario Nido e Domenico Celiberti si inseguono in un canto appassionato di speranza e solidarietà verso chi viaggia in mare. È “Battelli d’ori”, il secondo brano di Folktronica, in cui gli stilemi tradizionali delle voci del Gargano e della canzone d’autore si mescolano con l’elettronica più notturna e potente, per aprire alla danza.

Il testo di Battelli d’ori, originale, è a cura di Rosario Nido, ed è un piccolo manifesto di umanità sul tema delle migrazioni: “Vulessë addeventa’ ‘nu battellë  d’orë e ma pë salva’ la gentë ca fujë pë marë”, “Vorrei diventare un battello d’oro per salvare la gente che fugge per mare”. In apertura, Domenico Celiberti riprende uno stile di canto tradizionale di San Giovanni Rotondo e il sonetto di un cantatore di Carpino, Carlo Trombetta: “Më në vajë jacqua jacqua a comë a nu dalfinë e l’acquë la scumpartë a dojë partë…”. È l’immagine di un uomo che, come un delfino, si getta in mare fendendo l’acqua in due, per andare a soccorrere altri esseri umani.

Con Rosario Nido (testo e voce) e Domenico Celiberti (voce e tamburello), in Battelli d’ori troviamo Giovanni Sciambarruto (chitarra e berimbao), Gioele Nuzzo (didgeridoo) e Trevize (producer). Come tutte le tracce di Folktronica, il brano è prodotto dallo stesso Trevize con Giovanni Chirico e Vincenzo Gagliani.

I prossimi brani. Dopo Nespole, uscita lo scorso maggio, e Battelli d’ori, toccherà a Diavulu, in uscita a luglio, una maledizione d’amore con la voce di Marenza D’Agnano che diventa suono tra i suoni di una martellante nenia elettronica; sarà poi la volta di Itela Nasu Po, prevista per settembre, che riprende un canto in griko con la voce di Emanuele Licci per navigare ancora una volta verso Oriente, nei porti del Mediterraneo.

Il processo. Per quattro anni, World Music Academy e Last Floor Studio hanno lavorato con giovani artisti, producer e musicisti di diversa estrazione e background per interrogarsi su ciò che è oggi la tradizione popolare. Il processo, ancora in corso, ha coinvolto tra gli altri Emanuele Licci, Roberto Chiga, Livia Giaffreda, Go Dugong, White Ear, Walter Laureti, Dominic Sambucco e Marenza D’Agnano. Con laboratori, residenze e sessioni in studio previste all’interno del programma Nuova Generazione Trad, finanziato dal Fondo Unico per lo Spettacolo del Ministero della Cultura, gli artisti hanno creato un ponte tra generazioni, suoni e istanze culturali, lavorando sull’incontro tra tradizione e musica elettronica. 

Loop, campionamenti e registrazioni sul campo si sono fusi con strumenti, temi e codici tradizionali, mantenendo l’idea di musica che crea comunità, rito, ritmo, occasioni in cui il corpo può danzare come in un una ronda e il suono torna a risultare nuovo, fresco, contemporaneo. Un processo inclusivo di formazione e produzione come detto ancora aperto, che vede protagonisti anche giovani musicisti selezionati tramite call pubbliche e tirocinanti del Conservatorio Tchaikovsky di Nocera Terinese (Catanzaro), offrendo loro un’occasione concreta di sperimentazione e di crescita culturale e professionale.

Le illustrazioni di Folktronica sono a cura di Ruggero Asnago (Ruggge).
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Contatti: folktronica@worldmusicacademy.it

Ascolta Battelli d’ori, il secondo brano di Folktronica

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